Chi vuole restare, custodisce
Non è razzismo voler proteggere ciò che si ama.
Non è odio dire che l’immigrazione, se incontrollata, può cambiare un paese più di una guerra.
Chi vive in Svizzera lo sa. Non siamo un impero, né una potenza globale. Siamo un equilibrio fragile, costruito tra valli, lingue, silenzi e consuetudini.
Non reggiamo a una pressione illimitata. Non possiamo diventare un terminale per ogni crisi del mondo.
Ma questo non significa chiudere la porta.
Ci sono persone che arrivano qui per convenienza, per sfruttare un sistema che non conoscono e non rispettano. Ma ce ne sono altre — e sono tante — che arrivano con rispetto. Che si innamorano della lentezza, della pulizia, del bosco, della riservatezza, del silenzio. Che scelgono la Svizzera non per cambiarla, ma per custodirla.
A loro diciamo sì.
A chi vuole imparare, vivere, servire, difendere — diciamo sì.
Non ci interessa da dove vieni. Ci interessa cosa porti.
Ci interessa se sei capace di abitare senza dominare, di imparare prima di parlare, di ascoltare prima di pretendere.
Un paese sovrano non si misura da quanto chiude. Si misura da quanto sa scegliere.
Non si tratta di fare muri. Si tratta di fare filtri. Di dire: “Se vieni qui, lo fai con amore. E con responsabilità.”
Liga Helvetica non crede nelle etichette.
Crede nelle intenzioni.
E nel dovere, per chi arriva, di conoscere ciò che trova.
Chi vuole restare, custodisce.
Chi vuole comandare, può anche passare oltre.
Liga Helvetica
Mendrisio