Confini aperti, radici chiare

C’è chi pensa che parlare di sovranità significhi chiudersi. Voltare le spalle al mondo. Alzare muri, diffidare di tutti, tornare indietro.

Ma non è così.

Noi non abbiamo nulla contro la collaborazione. Anzi: crediamo nella cooperazione tra territori liberi. Tra popoli che si conoscono e si rispettano. Tra vallate che si parlano senza intermediari.

Italia e Svizzera condividono valli, lingue, storie di famiglia. Lavoriamo insieme da sempre. Ci scambiamo prodotti, forza lavoro, conoscenza.
Ma quando la collaborazione diventa imposizione — quando da Roma, da Berlino o da Bruxelles ci viene detto come dobbiamo vivere, quali standard seguire, quali leggi copiare — allora non è più collaborazione. È annessione culturale.

La frontiera non è un ostacolo. È un punto d’incontro.
Serve a dire: “Tu sei tu, io sono io. Ma possiamo stringerci la mano.”

La vera collaborazione nasce dalla chiarezza.
Dalla dignità di ogni territorio.
Dal rispetto dei ritmi locali.
Dalla libertà di dire sì o no.

Vogliamo continuare a lavorare con l’Italia. Con la Francia. Con l’Austria. Con la Germania.
Ma vogliamo farlo da vicini, non da sudditi.
Da uguali, non da firmatari passivi.

Liga Helvetica non propone l’isolamento.
Propone la lucidità.
Propone che ogni ponte parta da una sponda solida.

Confini aperti, sì — ma radici chiare.

Liga Helvetica
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