Il Futuro È Locale

Ci raccontano che il futuro è globale. Che dobbiamo connetterci, allinearci, adattarci. Che il mondo è una rete e che solo chi si fonde nel flusso sopravvive.

Noi non ci crediamo.

Non perché siamo chiusi, ma perché siamo vivi. E la vita non si vive in rete. Si vive nella carne. Nel pane fatto in casa. Nella legna che scricchiola nel camino. Nella stretta di mano al mercato. Nella parola detta senza filtri, nella voce che conosce le stagioni.

Il futuro non ha bisogno di più velocità. Ha bisogno di più radici.
Non ha bisogno di più consumo. Ha bisogno di più comunità.
Non ha bisogno di obbedienza. Ha bisogno di carattere.

Il locale non è il passato. È l’unica base reale su cui può reggersi il domani.

In un mondo che cerca di standardizzare tutto, la nostra varietà è forza. I nostri dialetti, i nostri modi di fare, le nostre lentezze, sono patrimonio. Ci ricordano che non siamo ingranaggi, ma esseri liberi — imperfetti, ma presenti.

Liga Helvetica non parla di utopie.
Parla di realtà a misura d’uomo.
Dove si conosce chi cuce il vestito. Chi raccoglie il miele. Chi difende il sentiero.

Non esiste “sviluppo” senza autonomia.
Non esiste “progresso” se perdiamo il volto umano.

Il futuro è locale. O non sarà affatto.

Liga Helvetica
Monte Brè, Luglio 2025

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